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giovedì 23 ottobre 2014

Normativa sulla Sicurezza lavoro

La Normativa sulla sicurezza del lavoro ha rivestito, nella storia dell’umanità, una grande conquista societaria che ha permesso alle varie leggi di definire un sistema prevenzionistico del lavoro che si è affinato con l’evolversi delle mansioni e il moltiplicarsi delle attività lavorative; infatti dalle prime forme di lavoro organizzato, si arriva alla crescente complessità delle società umane e la progressiva abilità di accumulazione e conservazione delle risorse.
La prima nazione in cui venne emanata una legge antinfortunistica fu la Germania con l’introduzione, nel 1884, di un sistema obbligatorio di assicurazione convenzionato.
Successivamente le legislazioni antinfortunistiche, si diffusero in Europa e fuori di essa.
In Italia, nel 1930, con il RD (regio decreto) n°1398 viene emanato il Codice Penale (codice Rocco) che si occupa, nel libro secondo, della tutela e sicurezza della pubblica incolumità del lavoro con gli art. 437 e 451 da situazioni da pericolo e da situazione di danno con gli art. 589 e 590.
Nel periodo post-bellico in Italia si assiste al “boom” dell’economia, con inevitabile incremento della produzione e di conseguenza degli infortuni e malattie professionali.
Verso la metà degli anni 50, il Governo, sotto la spinta delle categorie di datori di lavoro e di lavoratori, emana una serie di regolamenti, la cui rilevanza è particolare e tale che, con i dovuti adeguamenti, resistano sino ad oggi.
Il DPR 547/55 e il DPR 303/56 sono nati per porre chiarezza nel mondo della Sicurezza dei luoghi di lavoro, e sono state le prima vera norma generale in tale materia (valenza oltre che legislativa anche di tipo tecnico):
La difesa della salute sul lavoro divenne a quel punto un nodo centrale dell’iniziativa sociale, tanto che il Parlamento stesso si trovò costretto a riconoscerne l’importanza, approvando con la legge 300/70 “Statuto dei Lavoratori” che all’art. 9 riconosce la “Tutela della salute e dell’integrità fisica:
I lavoratori, mediante loro rappresentanza, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica”.
La Riforma sanitaria Legge 833/78 Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale inserisce la sicurezza del lavoro fra gli obiettivi del SSN e assegna alle ASL il compito di provvedere alla prevenzione degli infortuni e malattie
La creazione di un mercato unico europeo porta il legislatore europeo alla direttiva quadro 89/391/CEE concernente l’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della Salute e sicurezza dei lavoratori durante il lavoro.
La differenza di rispetto al sistema “command and control” previsto dalle precedenti norme è l’introduzione nella gestione della sicurezza di valutazioni di tipo: Tecnico-Organizzativo-Procedurale-Comportamentale.
Le innovazioni introdotte dal recepimento della normativa in Italia con la Legge 626/94, riguardano la centralità del ruolo del Datore di Lavoro (DDL) che non può più limitarsi ad applicare le norme esistenti ma deve organizzare un sistema aziendale di prevenzione; prevedere ogni possibile effetto negativo per la salute e la sicurezza dei lavoratori (attraverso il Documento di Valutazione dei Rischi DVR),programmare e mettere in atto tutte le misure prevenzione e protezione.
I principi basilari, fondamenta della 626 sono:
  • la totale responsabilità del datore di lavoro per la salute e sicurezza dei lavoratori;
  • la diffusione del la cultura della sicurezza anche attraverso la partecipazione dei lavoratori alla sicurezza in azienda
Vengono introdotti i concetti di:
  • PREVENZIONE (attuazione di misure che vengono ritenute utili per eliminare o per ridurre quanto più possibile le situazioni di pericolo).
  • PROTEZIONE (limitazione degli eventuali danni).
  • PERICOLO (proprietà o qualità intrinseca di una situazione o materiale di arrecare danno a persone o cose).
  • RISCHIO (probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di esposizione ad un determinato fattore)
Con il passare degli anni si rende necessario un riassetto della normativa che con la L 123/2007 produce l’attuale legge antinfortunistica: IL DLGS 81/08.
Attraverso quest’ultimo strumento il legislatore nazionale ha voluto riscrivere ma anche integrare la precedente disciplina, proponendo un nuovo modello di organizzazione aziendale relativamente alla sicurezza, tale da coinvolgere tutti gli attori protagonisti della vita aziendale e finalizzato al costante miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza
Si definisce per la prima volta, il concetto di Salute e di tutela Etica del rapporto di lavoro, la disciplina della sicurezza non deve solo evitare o il ridurre la possibilità dei rischi di malattia o di infermità, ma bensì, deve avere come scopo superiore, ma anche realizzare un contesto organizzativo aziendale nel quale vengono tutelati anche la persona come valore in sè ed il suo benessere psicologico.

giovedì 22 novembre 2012

Sicurezza sul lavoro in aziende alimentari: l'importanza dell'igiene

Nel settore alimentare, i lavoratori impiegati nei reparti di produzione devono fare molta attenzione per quanto riguarda l'igiene, la normativa in materia di sicurezza del lavoro prevede infatti alcuni obblighi a cui devono sottostare i lavoratori impiegati nelle aziende alimentari.



La normativa tocca infatti principi come l'igiene personale degli addetti alla produzione alimentare, oltre ovviamente ad una abbigliamento da lavoro consono al tipo di attività che si sta svolgendo.

Lavorare con gli alimenti prevede quindi una certa rigidità per quanto riguarda la normativa di sicurezza sull'igiene personale e sull'abbigliamento dei lavoratori, introducendo un regolamento preciso sulle buone abitudini da ottenere al fine di garantire igiene e sicurezza.
Per maggiori informazioni cliccate sul link.

Sicurezza e igiene nel settore alimentare
Come vestirsi e quali comportamenti adottare nelle aziende alimentari.

mercoledì 7 novembre 2012

Dispositivi di protezione individuale ed obblighi per il datore di lavoro

Il DPI, ovvero la normativa in tema di Dispositivi di Protezione Individuale fornisce tutte le indicazioni che regolano la materia, in particolare agli articoli 74 del Testo Unico e all'articolo 79 che impone sia al datore di lavoro, ma sopratutto ai lavoratori, l'uso di Dispositivi Individuali di Sicurezza necessari allo svolgimento della propria attività in modo da garantire la massima sicurezza sul posto di lavoro.



I DPI devono essere impiegati dai lavoratori ed imposti dal datore di lavoro quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro, e gli stessi devono tener conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore e poter essere utilizzate dal lavoratore secondo le proprie necessità.

Come detto in precedenza il corretto uso dei DPI nei casi in cui questo sia previsto costituisce un obbligo per i lavoratori, la cui violazione è sanzionata.

Per DPI si intendono tutti i dispositivi di protezione individuali ad esempio, occhiali protettivi, scarpe antinfortunistiche, guanti, camici e grembiuli antischizzo, maschere protettive, cuffia contro il rumore e simili.

Sicurezza e microclima nei luoghi di lavoro

Tenendo sempre in considerazione il Testo Unico ovvero il D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., si trovano alcune disposizione riguardo le caratteristiche che devono comparire nei luoghi di lavoro per garantire la massima tutela della salute e la sicurezza, in particolare al punto 1.9 si parla del Microclima, secondo il quale è previsto ed obbligatorio che nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario disporre di aria salubre in quantità sufficiente, ottenuta preferenzialmente con aperture naturali e quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione dedicati a tale scopo.


Se presente in azienda, l'impianto di aerazione deve essere in funzione in modo tale da garantire il microclima, ed ogni eventuale guasto deve essere prontamente risolvibile e segnalato attraverso un sistema di controllo, in modo da garantire la massima sicurezza e salvaguardare la salute dei lavoratori.

Questo tipo di impianto di aerazione deve essere periodicamente sottoposto a controllo, pulizia, manutenzione ed eventuale revisione e riparazione per tutelare la salute dei lavoratori. In caso di violazione è possibile segnalare al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza denominato RLS, il quale ha proprio il compito di segnalare eventuali irregolarità.

Incaricati di tali controlli sono organi come le ASL competenti per territorio, il corpo nazionale dei Vigili del fuoco e le Direzioni provinciali del lavoro.

martedì 6 novembre 2012

I lavoratori autonomi sono obbligati a redigere il DVR


Secondo il Testo unico di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ed in particolare citando l’articolo 21 del D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., si evince che i lavoratori autonomi, coltivatori diretti, i soci delle società semplici del settore agricolo, gli artigiani ed i piccoli commercianti, devono sottostare all’obbligo di utilizzare apparecchiature ed attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al Titolo III del suddetto articolo, quindi è necessario munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli secondo le disposizioni illustrate dal medesimo Titolo III.



Sempre secondo l’articolo 21, precisamente al comma 2, è prevista la possibilità per i soggetti, in relazione ai rischi delle attività svolte la possibilità di beneficiare della sorveglianza sanitaria secondo le previsioni dell’art. 41 del T.U e partecipare a corsi di formazione specifici in materia di sicurezza sul lavoro e salute dei lavoratori.

La legge quindi stabilisce che sia il datore di lavoro a farsi obbligo della redazione del Documento di Valutazione dei rischi.

Nei confronti dei lavoratori occasionali andranno ottemperati tutti gli obblighi previsti dal D. Lgs. 81/2008 compreso l'obbligo di informare e provvedere alla formazione del lavoratore anche se occasionale, il quale sarà dotato dei dispositivi di protezione individuale in base ovviamente alla valutazione dei rischi eseguita in precedenza.